Il filo rosso del destino

by Stefania

Unmei no akai ito

Il filo rosso del destino

La leggenda del filo rosso in Giappone è una credenza molto diffusa ma che fonda le sue origini nella cultura cinese, vediamo insieme di cosa si tratta.

La leggenda racconta che ogni uomo nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra ( alla caviglia per la versione cinese). Questo filo ci lega in modo indissolubile alla persona a cui siamo destinati. La casualità però vede spesso fili tra ceti sociali differenti, età diverse, distanze lunghissime da colmare.

Il filo però è lunghissimo e serve a tenere unite le due persone che sono destinare a stare insieme per sempre, capita a volte però che i fili si intreccino, si annodino e si creino delle difficoltà..ogni nodo sciolto porterà al rafforzamento del legame, ad un ulteriore avvicinamento per la coppia

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La Leggenda:

Wei era un uomo che desiderava sposarsi e avere una grande famiglia poiché era rimasto orfano giovane. Nonostante i suoi numerosi sforzi nella ricerca della donna da sposare era diventato adulto senza trovare moglie.

Durante uno dei suoi viaggi Wei incontrò, fuori dal tempio, seduto sui gradini un anziano, appoggiato ad un sacco, che stava leggendo un libro. Wei, incuriosito, chiese all’uomo cosa stesse leggendo. L’uomo, senza alzare lo sguardo, gli disse di essere il Dio dei matrimoni e, dopo aver sfogliato il libro, disse a Wei che sua moglie ora era una bimba di tre anni e che avrebbe dovuto attendere molti anni prima di conoscerla.

Wei allora, deluso dalla risposta, chiese all’anziano cosa contenesse il sacco; l’uomo rispose che il sacco conteneva del filo rosso e che serviva per legare i piedi di mariti e mogli.

Continuò dicendo che quel filo rosso era invisibile e impossibile da tagliare, per cui una volta che due persone sono legate tra loro saranno destinate a sposarsi indipendentemente dai loro comportamenti o dagli eventi che vivranno.

Queste parole però non convinsero Wei che, volendo scegliere lui stesso la donna da sposare, ordinò al suo, più fedele, servo di uccidere la bambina indicata dall’anziano e che secondo il Dio era destinata a diventare la moglie di Wei.

Il servo, trovata la bambina la pugnalò ma senza ucciderla, soltanto a ferendola alla testa.

Wei, credendo di aver così illuso il fato continuò la sua vita e la ricerca della moglie.

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