Escursione invernale al Rifugio Bianchet

by Stefania
Segnavia 503

Il percorso per arrivare al Rifugio Bianchet è poco conosciuto e, come ho potuto notare, poco battuto, forse perché si trova alla base delle Dolomiti Bellunesi e quindi scartato perché a bassa quota.

Io ho trovato l’escursione bella e non particolarmente difficile.

Puoi fare questa escursione se devi preparare la muscolatura ad un cambio di quota oppure come prima tappa per un percorso più lungo e complesso come quello per raggiungere il Monte Schiara ( qui avrai quasi 2000 m di dislivello e quello che consiglio è quello di avere un po di allenamento prima).

Prima di iniziare vediamo di cosa abbiamo bisogno:

  • Zaino da, almeno, 20 litri
  • Scarponi ( sia d’estate che d’inverno)
  • Giacca e Guscio (antivento)
  • Cibo e bevande ( meglio se calde)
  • Bastoncini ( ti aiuteranno nella salita ma ancora di più in alcune parti della discesa)
  • In inverno: ramponcini per neve o ghiaccio
  • Cerotti ( nel mio zaino non possono mancare)

Siamo pronti?

Si parte!

Parcheggiamo la macchina al parcheggio che troviamo lungo la Statale 203 in zona “La Muda”, siamo a 465 m slm ( dovremmo arrivare a 1250 m, siamo sui 750 metri di dislivello, non male per iniziare un buon allenamento).

Indossiamo i nostri scarponi da montagna, io ti consiglio quelli alti in modo che la caviglia resti sempre ben bloccata, mettiamo sulle spalle il nostro zaino e partiamo.

Le indicazioni ci dicono che per arrivare al Rifugio impiegheremo 2 ore e mezza. Devi sapere che le indicazioni che trovi nei cartelli dei sentieri sono indicative e calcolate di norma dal CAI, non è indispensabile correre per battere dei record, lo scopo del camminare in montagna è quello di godersi il percorso, ammirare la natura e osservare tutte le bellezze che puoi incontrare lungo il percorso.

Dalla strada Statale saliamo i gradini che ci portano all’inizio del sentiero, Segnavia 503.

Subito incrociamo, ed attraversiamo, un ponticello, io ti consiglio di fermarti ad ammirare l’Orrido del Vescovà ( una forra) che in inverno vede il Vescovà in secca lasciando intravedere il suo Canyon.

Passato il ponticello iniziamo il sentiero vero e proprio, si sale velocemente di quota fino ad arrivare alla strada sterrata. Qui puoi scegliere se tenere la sinistra ed andare alla Costa dei Pinei o tenere la destra, come ho fatto io, per andare al Rifugio Bianchet.

Cascata di ghiaccio

Proseguiamo quindi a sinistra, da questo momento in poi seguiremo sempre la strada forestale.

Salendo di quota noto i cambiamenti climatici di questo strano inverno… alla partenza lungo il sentiero ho trovato molte foglie, come se fosse autunno, poi salendo di quota piano piano ho iniziato a trovare una spolverata di neve, per poi ritrovarmi nel bianco più completo.

Lungo il percorso incrocio molte cascate di ghiaccio, uno spettacolo che la natura ci permette di ammirare solo nel periodo invernale, fragili e bellissime.

Stiamo camminando da quasi due orette quanto entro nel faggeto, siamo nella Valle del Vescovà.

All’improvviso il bosco si apre e di fronte a noi vediamo Pian dei Gat e il Rifugio Bianchet.

Rifugio Bianchet

In inverno il Rifugio è chiuso ma si può accedere al Bivacco che è fornito con letti a castello e materassi, giusto per fermarsi al riparo dalle intemperie per riposarsi e dormire una notte per poi riprendere il cammino. Da qui puoi scegliere cosa fare.

Puoi tornare al punto di partenza con il medesimo percorso oppure passato il sentiero troverai una biforcazione, verso est ( a sinistra) verso la Val Zoldana e il Monte Talvena, verso ovest ( a destra) per andare al Monte Schiara e alla Gusela del Vescovà ma questa è un’altra storia …

Arrivata al Rifugio Bianchet ho mangiato un panino, bevuto un tè caldo e mi sono cambiata. Prima di raffreddarmi troppo mi sono incamminata verso il parcheggio per il ritorno.

La discesa è stata molto più veloce della salita e nel giro di un’oretta e mezza sono di nuovo alla macchina.

Terzo Tempo

Il mio consiglio per chi si trova in zona è, e sarà, sempre lo stesso: fermatevi al Ristorante alla Stanga!

Il Ristorante si trova ad un centinaio di metri dalla partenza del nostro percorso e merita una visita anche solo per una breve sosta e questo per tre motivi: il primo è che della Stanga abbiamo dei documenti risalenti al 1802 quando fungeva da cambio cavalli per il Servizio Postale, la seconda è che qui puoi trovare un piccola rivendita di prodotti tipici locali, dai formaggi, alle birre, ai piatti tipici da asporto. La terza, la più importante dopo aver camminato in montagna è per sedersi vicino al Larin ( dove, nella tradizione bellunese, potevi trovare il cuore pulsante della casa, dove accendevi e mantenevi il fuoco per scaldarsi , cucinare e come momento di unione famigliare) con le panche di legno e ordinare un bella birra fresca accompagnata da quelle che sono le ormai famose loro Polpette.

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